I motivi che mi hanno convinto sono stati svariati.
In primis si deve valutare la necessità o meno di avere bisogno di un misuratore di potenza. Sicuramente si può vivere anche senza, ma per uno come me a cui piacciono gli aggeggi elettronici ed i relativi dati da scaricare ed esaminare, questo accessorio è sicuramente piacevole. Inoltre per i triatleti che devono saper dosare i propri sforzi nella parte bici (nelle gare lunghe) per non arrivare cotti alla corsa il power meter è uno strumento utile proprio a questo scopo.
La misura della potenza è sicuramente un aiuto in più e anche più preciso della sola frequenza cardiaca che soffre di variabilità che poco hanno a che vedere con il reale impegno (basti dire che a me il solo fatto di essere in gara fa salire i battiti di non poco).
Inoltre i battiti sono sempre in ritardo rispetto all'impegno profuso, ma in generale aumentano a pari impegno col passare del tempo (deriva). In bici se il percorso non è perfettamente piatto e/o se ci sono rilanci e scie il battito diventa una variabile abbastanza impazzita. Quindi pur dando un'indicazione, non è facile utilizzare bene questo dato durante l'attività.
Viceversa la potenza è per definizione rigidamente correlata alla forza che si mette sui pedali e alla cadenza di pedalata. Anche la potenza tende a variare tantissimo con le situazioni in strada (salite, vento, scie, ...), ma la potenza media sui 3 sec, sui 10 sec e la potenza normalizzata (una media pesata inventata da un allenatore) danno dati abbastanza chiari e utilizzabili anche durante il giro in bici (non solo a posteriori con analisi sw).
Resta ad ogni modo la parte allenamento sui rulli quella che trae il più grande vantaggio potendo tenere esattamente gli intervalli e le potenze richieste dal proprio piano di allenamento (ad es le ripetute si possono fare a intensità corretta e costante solo con il power meter).
Il confronto tra allenamenti uguali in periodi diversi diventa realmente fattibile e utile per capire se si sta migliorando o no.
Visto anche un lieve calo dei costi, la decisione di avere un misuratore di potenza ce l'avevo in testa già da un po'. E vista la decisione di fare un "full" non avevo più motivi di posticipare l'acquisto.
Esistono molti tipi di misuratore di potenza:
nel mozzo ruota,
nella corona
nella pedivella
(generalmente solo la
sinistra e poi il dato viene
semplicemente raddoppiato)
nei pedali
(o volendo risparmiare in un solo pedale come nel caso della pedivella)
e altri tipi ancora (ma meno diffusi)
Ognuno con i suoi pro e contro che non sto qui ad elencare, basta una rapida google-ata per essere inondati di queste spiegazioni. Io mi sono deciso per i pedali perchè mi sono parsi la scelta più flessibile e semplice: qualsiasi modifica alla bici (cambio ruote o guarnitura) o anche il cambio con una nuova bici o ancora l'utilizzo su più bici, rende a mio modo di vedere questa scelta la migliore. Smontare e rimontare questi pedali è semplice e non richiede attrezzi particolarmente speciali. Sull'altro piatto della bilancia è certo che una coppia di pedali con misuratore sono meno economici di altre scelte.
La Favero è una ditta italiana e questo fa piacere e rende l'assistenza più semplice. E i suoi pedali costano meno di quelli della concorrenza.
Dalla prova fatta da DCRainmaker (http://www.dcrainmaker.com/2015/09/favero-depth-review.html) ne sono usciti a pieni voti.
Risolti quindi tutti i dubbi sul tipo di strumento che facesse al caso mio, li ho comprati e da febbraio 2016 li ho sempre usati, sia indoor sui rulli, sia outdoor. Tutto bene fino ad agosto. Mi sono sembrati precisi (ma non ho confronti) e sicuramente consistenti.
Mi sono poi comprato un libro sull'allenamento basato sulla potenza (Training and Racing With a Power Meter, Hunter Allen e Andrew Coggan)
e sui rulli uso un software che si basa anch'esso sulla potenza prodotta (TrainerRoad).
Tutto quindi di grande soddisfazione.
Ahimè durante il mese di agosto uno dei due pedali ha smesso di funzionare e dopo un chiarimento (via e-mail; mi hanno risposto in tempi molto rapidi) con l'assistenza della Favero, ho dovuto rispedirgli i pedali. Per fare questo ho dovuto aspettare di rientrare dalle vacanze e questo mi ha fatto perdere un paio di settimane (ma almeno li usavo come normali pedali). Dopo 8 giorni dal ricevimento Favero mi ha scritto che mi stava inviando i pedali indietro in garanzia (credo riparati, non sostituiti integralmente). Purtroppo quindi non sono andato in bici per un po' e visto che il 18 settembre ho l'IM 70.3 di Pola - Croazia, questo non è bello. Avrei potuto montare i vecchi pedali, ma questo avrebbe comportato di cambiare le anche le tacchette delle scarpe e non volevo farlo visto che le ho appena fatte regolare.
Presi a febbraio e ad agosto si sono rotti (dopo circa 2500 Km e 100+ ore di utilizzo): non è un granché, ma essendo un prodotto nuovo non ci si può lamentare. Confido che d'ora in avanti vada tutto bene.
Onestamente (e non ho interessi di sorta al riguardo) li consiglio a tutti senza alcun dubbio (dando per scontato che l'incidente occorsomi sia un caso isolato).
alla prossima
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