Era fin da prima del Covid che ero in parola con alcuni amici/colleghi per unirmi a loro e provare a fare sci alpinismo. Poi la pandemia ha mandato tutto in malora e poi mille altri impedimenti e la scarsezza di nevicate hanno ulteriarmente allontanato la possibilità di fare questo exploit.
Poi è arrivato Carnevale 2023, che complice mio figlio, mi ha riportato sulla neve, risvegliando la voglia di fare questa prova, e poi ha nevicato copiosamente in Piemonte...
... E così ce l'abbiamo fatta!
Sabato ricevo una chiamata dal mio amico Paolo che mi propone di andare a Sampeyre vicino al passo dell'Agnello tra Italia e Francia, non lontano dal Monviso.
Così vado nel vicino negozio di sci (San Lorenzo Sporting) e affitto sci ovviamente con pelli, scarponi e racchette, mentre Arva, pala e sonda me le avrebbero date gli amici e sono pronto a partire.
Alle 8 di sera arriviamo all'hotel in tempo per la cena con il resto del gruppo e poi a nanna con sveglia prevista alle 7.
Alle 9 eravamo con gli sci ai piedi sulla strada, chiusa per l'inverno, che porta al passo dell'Agnello. Dopo un paio di curve abbiamo lasciato la strada per imboccare una valle sulla destra lungo un torrente: il lungo avvicinamento alla montagna in questa valle è durato un paio d'ore.
Il lungo avvicinamento nel vallone |
Scenario spettacolare, ma durata un po' troppo lunga, considerando che la vera salita era ancora da fare. L'obbiettivo era fare la cima detta Punta tre Chiosis (3.080 mt), ma dopo circa 200 mt di dislivello gli esperti del gruppo hanno deciso che era meglio desistere a causa della possibilità di accumuli di neve che potevano essere non 100% sicuri.
La salita (poi interrotta) verso Punta tre Chiosis |
Siamo quindi ridiscesi e dopo poco abbiamo affrontato un'altra salita sulla stessa cresta (Costa Ciabert), ma più bassa (vetta a 2.800mt). Salita abbastanza ripida che mi ha messo a dura prova. Avevo uno scarso feeling con gli scarponi che ho anche gestito male (e quindi erano poco sbloccati in salita) e che mi hanno anche causato due belle vesciche.
Inoltre il cambio di direzione con l'inversione, ossia quel movimento di ribaltare gli sci per effettuare un tornante, mi affaticava più del previsto a causa dei miei limiti tecnici.
Alla fine io mi sono fermato un circa 150mt di dislivello prima della vetta, ossia quando siamo arrivati sulla cresta e mancava solo il berve tratto in cresta fino alla vetta. Questo mi ha permesso di mangiare, prendere il fiato, sistemare bene tutta la mia attrezzatura e aspettare che gli altri scendessero dalla cresta per poi fare la meritata sciata.
La discesa dalla Costa Ciabert vetta e il ritorno nella valle |
Devo ringraziare tantissimo Paolo, Francesco, Massimo, Piero, Daniela e le mogli di Massimo e Piero (di cui ahimè non ricordo il nome) per il supporto, l'assistenza, la gentilezza, la competenza. Le foto qui pubblicate sono di Paolo, Francesco e Massimo, che ringrazio.
E' stato anche un ottimo allenamento aerobico, ma anche con varie fasi intense, sia in salita sia in discesa, con picchi al VO2max.
Visto la bellezza del tutto, seguono qui sotto tante belle foto.
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