venerdì 6 novembre 2020

CANYON Endurace CF SL Disc 8.0 Di2 - Impressioni su strada

 

Curva e attacco manubrio tradizionali

Dopo qualche uscita ed in particolare dopo la gara di Ivrea ed un giro da 140Km, posso riportare le mie impressioni sulla mia nuova CANYON Endurace.

Premesso che non sono così esperto di bici e non ne ho provate molte (è la mia seconda bici da strada), nè credo di avere una particolare sensibilità di guida, posso comunque dire la mia.

La bici è ben diversa dalla Look 461 su cui ho pedalato fino ad ora. Una quindicina d'anni di differenza pesa sicuramente sulle concezioni dei costruttori.

La primissima impressione è il confort. La Endurace ha pneumatici con larghezza 28mm, il reggisella a "balestra", un nastro manubrio molto morbido e forse anche un assetto più endurance della Look (tubo orizzontale inclinato e quindi uno "stack" maggiore (ossia la distanza verticale tra movimento centrale e attacco manubrio). Non so quale tra questi dettagli pesi di più, ma il risultato è sicuramente quello del maggiore confort.


La posizione in sella dovrebbe essere circa la stessa anche se non le ho confrontate una vicina all'altra, ma nella Canyon mi trovo più comodo anche in presa bassa (magari la Look l'ho regolata un po' più bassa, controllerò).

Il peso è sicuramente a favore della Canyon e non so se la differenza sia veramente significativa, ma sulle salite della gara di Ivrea mi sono trovato benissimo così come sulla salita della Boccola a Bergamo (credo sia quella che ha concluso un po' di volte il Giro di Lombardia).

Freni a disco vs freni tradizionali. Se ne sono sentite di tutte, ma a me i freni a disco paiono molto meglio! Con i freni a disco si frena meglio, ossia si riesce a modulare molto bene la frenata e quindi si frena di più, non si hanno problemi in caso di bagnato e non si scalda la ruota e quindi il pneumatico e la camera d'aria (e se si usano le camere d'aria il lattice questo fa una bella differenza). Sicuramente insieme all'ottimo confort, con i freni a disco sono andato molto meglio in discesa durante la gara. Se poi il confronto lo si fa col freno posteriore della bici da triathlon, la differenza è ABISSALE. Per la manutenzione più complessa del circuito idraulico e delle pinze vi farò sapere più avanti. Però già segnalo che il disco anteriore non è perfettamente in piano e quindi in alcuni tratti sfiora la pastiglia. Pare che raddrizzare il disco sia molto semplice, devo provare.

Si nota il tubo orizzontale inclinato tipico di una bici endurance


Cambio elettromeccanico. Una volta provato non si torna indietro. E' comodo, veloce, precisissimo ed è proprio vero che lo si usa di più trovandosi quindi sempre nel rapporto ideale anche per tratti brevi. Mi spiego meglio con un esempio: salita, poco più avanti c'è un breve ponticello e su di esso la pendenza è molto più bassa di tutto il resto della strada sia prima sia dopo. Essendo una discontinuità veramente molto breve, col cambio meccanico non avrei cambiato rapporto, mentre col cambio elettromeccanico ho tolto due denti, fatto i 30mt del ponte e rimesso i due denti, il tutto con una fluidità e velocità non paragonabili a quelle del fratello meccanico. A maggior ragione se si incontra un breve tratto a maggiore pendenza dove l'alleggerimento del rapporto è più utile. La cadenza è quindi sempre nel giusto range.

Certo c'è la questione della pila da ricaricare, ma ormai siamo abituati con i cellulari, gli smartwatch i computerini, le luci, ecc quindi non mi pare un gran problema dovere caricare anche questo nuovo aggeggio.

Inoltre ci sono i pulsanti ausiliari (sopra le leve) con cui, una volta installata l'unità wireless, fare quello che si vuole (ad es girare le pagine del Garmin, accendere le luci, marcare un lap, cambiare un rapporto, etc.). Non cambierà la vita, ma è un bel gadget (vedi post dedicato).

Quindi un'ottima bici, dall'ottimo rapporto qualità / prezzo (specie se mi accreditano il bunus mobilità), che mi sento di consigliare a chiunque ed in particolare agli atleti non più esattamente giovani (che quindi apprezzano ancora di più il confort).

La Canyon non ha sfigurato in questa uscita di gruppo


La mia è taglia XL e con pedivelle da 175 che sono quelle raccomandatemi durante il bike fit. Sarà effetto placebo, ma mi pare di sentire la differenza e mi pare di non trovarmi perfettamente a mio agio. La cadenza ne risente: è più bassa e meno fluida. Ma mi pare di abituarmici, oppure questi 2,5 mm di differenza sono in realtà impercettibili e io mi sto facendo condizionare. La seccatura sta nel fatto che montando i pedali BePro bisogna ricordarsi di cambiare la lunghezza della pedivella nei settaggi, pena un errore nel dato di potenza.

La sella è una Fizik Aliante R5 e non mi ci sono ancora abituato al meglio, ma credo sia solo questione di qualche altra uscita. 

Rapporto velocità / potenza in piano è a vantaggio della Felt B14 (bici da crono), oserei dire che a pari potenza in posizione aero vado anche 3 km/hr più veloce. Ci sta e anzi ne sono felice: la bici da crono a qualcosa serve e forse il mio assetto non è così terribile.

Nessun commento:

Posta un commento